venerdì 1 aprile 2011

La Guerra non e' mai la soluzione


L’operazione “Odissea all’alba” in Libia è cominciata con il solito pretesto: difendere la popolazione civile - questa volta agli attacchi delle forze del colonnello Gheddafi, fino a un mese fa solido alleato di chi oggi lo bombarda.

Abbiamo visto i risultati degli interventi militari e le menzogne raccontate sull’Iraq e l’Afghanistan Laden: migliaia di civili uccisi e, dopo tanti anni, la pace e la giustizia ancora lontane.

Lo ripetono le organizzazioni democratiche afghane: “Con il costo di un giorno di guerra, avremmo potuto costruire tutte le scuole e tutti gli ospedali di cui abbiamo bisogno ed uscire dal sottosviluppo”.

Quest'intervento è anche contro l’articolo 11 della Costituzione che ripudia la guerra, e in cui si specifica che viene ripudiata non solo la guerra di aggressione (offesa alla libertà degli altri popoli), ma anche la guerra usata per risolvere le controversie internazionali: anche se avessimo ragione in una controversia la nostra legge fondamentale ci vieta di far valere la ragione con le armi e invece ci suggerisce di avviare e attuare tutti gli strumenti di confronto diplomatico e giuridico.

Donne in Rete per la pace a Vicenza davanti alla Gendarmeria europea


E abbiamo molte domande


  • Perché solo ora la comunità internazionale si accorge che Gheddafi è a capo di un regime autoritario e liberticida?
  • Perché il governo italiano ha firmato un Trattato economico - militare con lo stato libico, e non lo ha disdetto con il necessario voto parlamentare?
  • Perché l'Italia ha venduto le armi alla Libia?
  • Perché il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha votato un documento che consente a chiunque di andare a bombardare la Libia, anziché inviare forze di interposizione a difesa della popolazione civile e osservatori incaricati di verificare la tregua comunicata il 18 marzo?
  • Perché, a difesa degli insorti, l’ONU schiera paesi ex coloniali con grossi interessi economici in Libia e non paesi veramente “terzi” ed estranei al conflitto?
  • Perché la sorte degli oppositori libici provoca l’indignazione internazionale e l’intervento della NATO, mentre questo non succede per altri paesi (Palestina, Bahrein, Sudan)?
  • Perché l’Arabia Saudita si è schierata a fianco degli insorti libici, ma reprime ogni tentativo di democratizzazione nel proprio paese ed ha inviato soldati sauditi a reprimere le proteste in Bahrein (45 morti negli scorsi giorni)?
  • Perché la solidarietà e il rispetto dei diritti umani non valgono per le migliaia di persone che sono approdate sulle nostre coste in fuga da miseria, conflitti e dittature?

Non siamo indifferenti alle sorti della popolazione libica come non eravamo indifferenti alle sorti dei migranti confinati nei lager di Gheddafi, in forza del Trattato con Tripoli sui respingimenti, votato a suo tempo anche dall’opposizione, e ieri riconfermato dal parlamento, ma siamo consapevoli che gli interventi militari sono fallimentari per l’esperienza del Kosovo (ora grande base militare USA), della Somalia, dell’Iraq, e soprattutto dell’Afghanistan dove nessuno degli obiettivi dichiarati è stato raggiunto soprattutto sul piano umanitario.

Consideriamo l’interventismo umanitario un inganno assoluto, non solo perché per definizione siamo contro ogni guerra ma perché le esperienze passate e presenti lo dimostrano.

Si lasciano, al contempo in condizioni inumane i migranti approdati a Lampedusa abbandonati, insieme alla popolazione locale, dalle autorità che dovrebbero occuparsene con una politica dell’accoglienza, nel rispetto di quei diritti umani che sanno “difendere” solo con le armi.

Rifiutiamo la risposta militare come una soluzione del conflitto.
Ci opponiamo all’utilizzo delle basi militari italiane per questo intervento.
Chiediamo un blocco reale ed efficace della fornitura di armi alle parti in guerra.
Chiediamo la cessazione dei bombardamenti.




La guerra non si può umanizzare, si può solo abolire
Albert Einstein

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