sabato 26 maggio 2012

No alla NATO!

Mentre il 19 maggio si apriva a Chicago il Vertice dei capi di governo dei paesi NATO, protestavono le donne di molte città del mondo. In Italia, ci sono state proteste a Torino, Napoli, Fano, Verona e Bergamo.

La NATO è una alleanza militare orientata alla guerra ovunque nel mondo. La sua missione fondativa era la “difesa” della regione del Nord Atlantico: allora perché le Nazioni Unite la utilizzano come braccio armato per combattere guerre di aggressione?



Perché ha bisogno di una “Forza di Dispiegamento Rapido” in grado di far intervenire unità combattenti in tutto il mondo in pochi giorni?


Dal 1999 la NATO è passata da una strategia di difesa ad una strategia di interventi
allargata a tutto il mondo, ovunque si giudichino minacciati gli “interessi” dei paesi membri. Nel 1999 la NATO ha promosso la guerra nei Balcani, chiamandola "guerra umanitaria".



Da 10 anni sta portando avanti una guerra brutale in Afghanistan, con gli obiettivi dichiarati, evidentemente irraggiungibili, di “sconfiggere il terrorismo” e “portare la democrazia” mentre la situazione per la popolazione civile è sempre più tragica.


Nel 2011 ha condotto la guerra in Libia, ancora una volta con morti e distruzioni, senza raggiungere la proclamata intenzione di portare la pace e la democrazia.


La NATO accelera la militarizzazione del mondo e fa aumentare le spese per gli armamenti (il 75% della spesa militare mondiale è dei paesi NATO).


Le cento e più basi militari sparse sul territorio italiano, da Bolzano a Lampedusa, in alcune delle quali sono anche immagazzinate testate nucleari, costituiscono un grave pericolo per la sicurezza della popolazione, esponendola al rischio di incidenti devastanti.


Perché le donne protestano contro la NATO 
  • Le spese militari della NATO continuano a significare, anche in questo momento di crisi, meno fondi per l’istruzione, la salute e altri servizi molto necessari alle donne, che sostengono la parte maggiore del peso della vita quotidiana. Mentre il governo effettua tagli feroci sulle spese sociali, le spese militari restano sprechi inaccettabili. 
  • Con le basi e le presenze militari aumentano lo sfruttamento sessuale e la violenza contro le donne. Ad esempio le guerre nei Balcani hanno prodotto una enorme industria del sesso e traffico di donne. 
  •  Le donne soffrono di più per gli effetti della guerra. Sono loro la maggioranza delle vittime civili, le rifugiate e le sfollate. Migliaia sono prive di mezzi di sopravvivenza. 
  • Come donne, non vediamo alcun ruolo della NATO per la nostra sicurezza. La vera sicurezza deriva da negoziati pacifici e dalla composizione nonviolenta dei conflitti. 
  • Ma le donne non sono solo vittime. Possono avere e hanno un ruolo chiave nella prevenzione dei conflitti, nella riconciliazione e nella costruzione della pace. 

Anche in decine di altre città, in Italia, in Europa e negli USA, oggi protestiamo contro la NATO e le sue politiche sempre più minacciose. L’esportazione di armi, gli armamenti nucleari, le basi militari, e la sudditanza agli interessi USA sono tutti inquadrati nella NATO. 


Noi rifiutiamo che la risposta alle crisi globali e regionali sia sempre militare.
Vogliamo che le relazioni tra i popoli siano improntate a democrazia e cooperazione pacifica, per costruire un mondo più sicuro e giusto.

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