mercoledì 5 settembre 2012

Non un giorno di piu


Cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana; pace, disarmo e smilitarizzazione; rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Occorre far cessare la guerra in Afghanistan. 


Ed a tal fine la prima e decisiva azione che come cittadini italiani possiamo e dobbiamo svolgere consiste nell'ottenere che l'Italia cessi di partecipare alla guerra.
Perche' l'Italia a quella guerra non avrebbe mai e poi mai dovuto prendere parte, proibendoglielo esplicitamente il dettato della sua legge fondamentale, la Costituzione della Repubblica Italiana.
Occorre quindi costringere governo e parlamento italiani a tornare nella sfera della legalita', a desistere dal crimine: occorre costringere lo Stato italiano a cessare di prendere parte alla guerra e alle stragi di cui essa consiste.
Oltre un decennio di eccidi e barbarie dovrebbe aver aperto gli occhi a chiunque; e del resto ogni persona ragionevole sente e sa che la guerra e' nemica dell'umanita', che solo la pace salva le vite. 

Occorre far cessare la guerra in Afghanistan, cominciando con la cessazione della partecipazione italiana. 

Dobbiamo far crescere dal basso una vera e propria insurrezione nonviolenta contro la guerra e contro le uccisioni, per la legalita' costituzionale e per il primario diritto di ogni essere umano a non essere ucciso. 

Dobbiamo imporre al potere esecutivo e al potere legislativo del nostro paese l'immediata cessazione della partecipazione italiana alla guerra. 
Dal villaggio di Mirbandau, provincia di Helmand Venerdì 24 agosto. Villaggio di Mirbandau, sud dell'Afghanistan. La casa di Haji Abdul Jan, un contadino di 45 anni, viene colpita da un razzo sparato dai militari della coalizione internazionale in risposta all'attacco di un gruppo di talebani. Vengono feriti la moglie, due figli e due nipoti di Abdul Jan che li porta subito al nostro Posto di primo soccorso a Grishk, a circa mezzora di auto.

 La figlia Masoma è in condizioni gravissime e purtroppo non supererà il viaggio. Appena arrivano vengono stabilizzati e trasportati in ambulanza al Centro chirurgico di Lashkar-gah, dove vengono operati immediatamente. La moglie, il figlio più piccolo e i due nipoti di Abdul Jan sono ora fuori pericolo. 

Masoma invece è l'ennesima civile afgana morta solo perché si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato, in una guerra combattuta anche contro una bambina di 5 anni.


E dobbiamo farlo con la forza della verita', con la forza della legalita', con la forza della dignita' e della solidarieta' umana, con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza; dobbiamo farlo con una campagna nonviolenta di massa che faccia rinascere in Italia un movimento per la pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani. Una campagna nonviolenta per salvare le vite umane: che nasca dal basso in ogni citta' e in ogni paese, e che abbia questa semplice e chiara finalita': "cessazione immediata della partecipazione italiana alla guerra afgana; pace, disarmo e smilitarizzazione; rispetto della vita, della dignita' e dei diritti umani di tutti gli esseri umani". 

Nessun commento:

Posta un commento