sabato 1 giugno 2013

La Repubblica Siamo Noi


Perché e come ricordare il 2 giugno?

 
Per noi, è la Festa della Repubblica e l'avvio dell'Assemblea Costituente.

Soltanto nel 1946 le donne avevano potuto partecipare al voto per la prima volta e anche con il loro contributo l'esito del referendum del 2 giugno era stato a favore della Repubblica.

Alle spalle c'era stato il 25 aprile 1945, la Liberazione, e l'uscita dalla Guerra.

Le donne avevano partecipato alla Resistenza, e il voto ne riconosceva finalmente la piena cittadinanza. C'era entusiasmo per una prospettiva di pace, di democrazia, di diritti sociali, di uguaglianza, pur nelle difficoltà della ricostruzione.


Da troppi anni, invece, per le istituzioni, il 2 giugno è diventato il giorno dell'esibizione e dell'esaltazione delle Forze Armate, facendo prevalere una immagine militarista di questa Repubblica, che era nata dall'impegno di tante donne e tanti uomini perché alle guerre, massacri e distruzioni venisse detto “Mai più”.

 
Il carattere militarista non è purtroppo soltanto simbolico, come nelle celebrazioni, ma è una realtà concreta molto presente sul nostro territorio:
  • In Italia ci sono 111 basi militari USA e NATO.
  • In Italia ci sono 70 testate nucleari, nelle basi USA di Aviano e Ghedi.
  • In Italia ci sono 30.000 militari USA.
  • In Italia la spesa militare è di 70 milioni di euro al giorno.
  • L'Italia partecipa a 24 operazioni militari in 18 paesi del mondo.
Sul territorio però è diffusa anche la volontà di resistenza: a Niscemi, in Sicilia, l'intero paese rifiuta l'installazione del MUOS, un sistema di comunicazioni satellitari ad altissima frequenza gestito dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Il MUOS dovrebbe integrare forze navali, aeree e terrestri in movimento in qualsiasi parte del mondo. Le antenne, installate a terra, comporterebbero emissioni elettromagnetiche fortissime e molto pericolose per la popolazione.

Un altro caso è quello dei movimenti contro l'acquisto dei cacciabombardieri F 35, aerei previsti anche per trasportare ordigni nucleari e così costosi che molti paesi – ma non l'Italia – hanno rinunciato al loro acquisto. Per di più i costi continuano a crescere così come crescono le inadeguatezze tecniche di cui si stanno rendendo conto gli stessi Stati Uniti.
 
 
Potremmo continuare l'elenco; in molte e molti vogliamo un paese che sappia affrontare i conflitti, interni e internazionali, senza ricorrere all’uso della forza; un paese che investa non nelle armi e nella guerra, ma nella cultura, la scuola, la salute, l’occupazione.
 
Il 2 giugno è la nostra festa,
la festa delle donne e degli uomini che si riconoscono nella Costituzione,
che sancisce i diritti di tutte e di tutti, il diritto al lavoro, all’istruzione, alla salute…,
e il ripudio della guerra.

Ribadiamo la pace come bene comune e valore fondante e fondamentale della Repubblica

Fuori la Guerra dalla Storia


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