martedì 22 ottobre 2013

Le Tragedie di Lampedusa

 

Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge.

Articolo 10 della Costituzione della Repubblica Italiana  

 

Il diritto di spostarsi liberamente da un paese all'altro deve essere riconosciuto come diritto umano universale, tanto più per chi fugge da guerre, persecuzioni, condizioni invivibili.

Agire per l'attuazione di questo diritto è compito di ciascuna e ciascuno di noi, ma ancora di più è responsabilità delle istituzioni che dovrebbero garantirlo. Lo hanno sottolineato i vescovi siciliani affermando che la gente di Lampedusa ha mostrato al mondo “il valore e l'efficacia dei gesti semplici e significativi del quotidiano: la vicinanza, il soccorso, il pianto, la collera, la pazienza. E nello stesso tempo ha dimostrato l'inutilità controproducente di talune risposte istituzionali che non hanno contribuito a risolvere il problema, ma anzi hanno moltiplicato il numero delle vittime”. 


Infatti nella legislazione italiana sono presenti norme particolarmente escludenti e repressive, come la legge Bossi-Fini. La sindaca di Lampedusa, Giusi Nicolini, è molto netta su questo punto: 


“Va abrogato immediatamente il reato di immigrazione clandestina. Non c'è tempo da perdere. Per farlo non c'è bisogno di tavoli e commissioni. Ci sono già campagne avviate da tempo e discussioni approfondite. Quello che è successo è la prova ignominiosa e più evidente dell'assurdità di questa legge. Non è ammissibile che i naufraghi superstiti debbano essere incriminati e vengano trattati da criminali. L'abolizione di questo reato è un gesto dovuto. Il minimo che può fare il nostro paese”. 
Qualcosa è possibile fare. Vi invitiamo a leggere, diffondere, sottoscrivere e sostenere l'Appello per l’apertura di un canale umanitario fino all’Europa per il diritto d’asilo europeo, rivolto ai Ministri della Repubblica, ai presidenti delle Camere, alle istituzioni europee, alle organizzazioni internazionali, di cui riportiamo alcuni brani. 

L’Europa, capace di proiettare la sua sovranità fin all’interno del continente africano per esternalizzare le frontiere, finanziare centri di detenzione, pattugliare e respingere, ha invece il dovere, a fronte di questa continua richiesta di aiuto, di far si che chi fugge dalla morte per raggiungere l’Europa, non trovi la morte nel suo cammino. 


Si tratta invece oggi di mettere al centro i diritti. Di mettere al bando la legge Bossi-Fini e aprire invece, a livello europeo, un canale umanitario affinché chi fugge dalla guerra possa chiedere asilo alle istituzioni europee senza doversi imbarcare alimentando il traffico di esseri umani e il bollettino dei naufragi. 


Trovate l'Appello col testo completo a questo link: http://www.meltingpot.org/Appello-per-l-apertura-di-un-canale-umanitario-per-il.html#.Uk2EDhAv6JQ

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