venerdì 1 novembre 2013

Smilitarizzare la politica e le menti

In Africa, le risorse e la terra sono prese, le persone sono sfollate e migliaia lasciano la loro terra per attraversare il Mediterraneo. Invece di considerare gli sfollamenti e le spoliazioni conseguenze della guerra economica contro la terra, questi rifugiati vengono criminalizzati
Da Fare Pace con La Terra di Vandana Shiva
 


LAMPEDUSA: un mare di morti


Dal 18 ottobre è operativa la missione militare-umanitaria Mare nostrum in risposta ai naufragi di migranti nel Canale di Sicilia.

Navi da guerra, elicotteri e persino droni per “evitare nuove tragedie” secondo il governo Letta. Lo scopo della missione è ambiguo, le regole di ingaggio non sono note. 


Certo sarebbero molto più adatte le vedette della Guardia Costiera per avvistare i barconi. Questa nuova missione militare si aggiunge all'azione di Frontex, l'Agenzia europea per il controllo delle frontiere che dal 2006 quando è stata istituita al 2012 è costata 518 milioni di euro e almeno 2000 morti ogni anno, oltre ai rimpatrii forzati di migranti nell”inferno” libico.

Si aggiunge inoltre alle altre 25 missioni militari “di pace” italiane all'estero con 9153 soldati impegnati per un costo di 1,4 miliardi di euro all'anno.



La nostra esperienza ci mostra che sotto la copertura di missioni militari “umanitarie” o “di pace” si nascondono le moderne guerre (Somalia, ex Jugoslavia, Afghanistan, Libia, ecc..)che causano morte, distruzione, povertà, profughi e maggiori investimenti nel settore militare, a scapito della spesa sociale in generale (scuola, cultura, sanità..) 

 Nessuna guerra è umanitaria

 Non in nostro nome:

  • la farsa dei funerali ad Agrigento delle vittime di Lampedusa e la cinica passerella governativa con le bare vuote e senza i superstiti, lasciati nel CIE senza poter nemmeno piangere i loro familiari, in totale disprezzo dei più elementari valori umani. 
  • la riduzione a problema di sicurezza e di emergenza del fenomeno immigrazione ormai diventato strutturale, alimentato da gravi responsabilità politiche dei paesi occidentali
La stessa logica porta anche alla criminalizzazione del disagio sociale , del dissenso politico e ogni forma di protesta. Persino il recente decreto contro il femminicidio approvato in tempi record è stato usato come copertura e ricatto per introdurre leggi speciali “anti NO TAV” sempre nell' ottica della sicurezza, dopo che per l'ennesima volta non è stata ascoltata la richiesta e la competenza femminile sul tema della violenza maschile sulle donne. 

Siamo con la Sindaca di Lampedusa Giusi Nicolini che con chiarezza e dignità da tempo chiede risposte diverse per:

  • cancellare il reato di immigrazione clandestina
    cambiare la legge Bossi-Fini
    cambiare la politica d' asilo in Europa
    aprire a livello europeo un canale umanitario affinchè chi fugge da guerre e persecuzioni possa chiedere asilo senza rischiare la vita in mare. 

Firma l'Appello a questo link:
http://www.meltingpot.org/Appello-per-l-apertura-di-un-canale-umanitario-fino-all.html#.Umqqs3NH4pE ‎ 


Ogni numero delle statistiche è una persona e una vita. 
Ogni guerra e diffusione di armi lascia conseguenze tragiche. 
Non vogliamo restare indifferenti .

1 commento:

  1. E' evidente che lo scopo del governo e del parlamento italiano non è quello di salvare
    migranti da eventuali nuovi naufragi, ma quello di non far arrivare i migranti nelle acque
    territoriali italiane e magari neanche in mare, ma di farli morire in terra d africa per poter accusare i governi africani del massacro dei loro connazionali. La stessa messa in onda della tragedia serviva più a spaventare gli altri migranti in partenza
    che non a denunciare le conseguenze delle leggi Turco-Napolitano e Bossi-Fini.
    L' imperativo categorico di questo parlamento è far arrivare pochi superstiti da ricattare a piacimento con lo spettro dei tanti espulsi e soprattutto dei tanti morti.
    Ma l' Italia fa ancora di peggio : riempie di botte e psicofarmaci qualsiasi persona
    immigrata che continui a reclamare i propri diritti umani. Lo fa nei CIE ma anche
    nei confronti di singole e sole persone rifugiate, come nel caso della artista e giornalista irachena Zaineb Hassan Auda, fuggita dall Iraq nel 2002 per i suoi articoli
    e quadri contro la guerra e costretta ad assumere psicofarmaci da istituzioni italiane
    per avere un misero tetto in una casa di cura per persone con problemi mentali e
    soprattutto tanta povertà. Zaineb Hassan Auda a causa di quello psicofarmaco è
    entrata in coma diabetico il 9 settembre 2013 e dopo aver contratto in ospedale la sepsi è morta per collasso il 18 ottobre a Napoli. I suoi quadri sono ora visibili sul
    sito google artecontrolaguerra che solo ora sono riuscito a realizzare per fare apprezzare la sua opera (ma non venderla).

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