sabato 22 febbraio 2014

Riaprire Shuhada Street


 La popolazione palestinese chiama tutte le persone che sono per la giustizia, per il rispetto dei diritti umani e per la pace a manifestare affinché la strada principale di Hebron non rimanga una strada simbolo dell'apartheid.




Che cosa è Shuhada Street: 

E' la via principale di Hebron, città dove vivono 170.000 palestinesi e 500 coloni israeliani. Una volta sede principale dei commerci cittadini, Shuhada Street oggi è completamente inaccessibile: negozi e botteghe sono stati sigillati, persino le porte di accesso alle abitazioni sono state murate dall'esercito israeliano. Riaprirla è un primo passo verso la libertà e la giustizia per il popolo palestinese!

 Come si è arrivati a questo punto: 

Nel 1967, un gruppo di ebrei occupò un hotel a Hebron, rifiutando di lasciarlo. Da allora il processo di espansione della presenza ebraica nella cosiddetta "città dei patriarchi" è proseguito in modo esponenziale, sia nell'interno della città che all'esterno. Il 25 febbraio 1994, un colono fece irruzione nella moschea di Abramo e aprì il fuoco sui musulmani in preghiera: 29 le vittime Dopo questo episodio, Shuhada Street, dove si sono insediati i coloni, è stata chiusa ad auto e pedoni palestinesi e la città divisa in due parti: H1, sotto il controllo palestinese, e H2, il centro storico con i principali edifici religiosi, sotto il controllo israeliano.


Quale la situazione oggi:

Check point e telecamere sono ovunque in quella che è ormai diventata una vera e propria ‘città fantasma’. ‘Morte agli arabi’, sono scritte che si vedono di frequente sui muri, le finestre delle abitazioni palestinesi e persino ciò che resta del mercato, sono difese da reti metalliche per evitare il lancio di sassi e di oggetti da parte dei coloni.



I palestinesi sottoposti a continui controlli, le attività commerciali ridotte al minimo. Le provocazioni dei coloni, con la protezione dell' esercito israeliano, e il loro tentativo di occupare altre case palestinesi sono continue. I ‘Giovani contro gli insediamenti’ (Youth Against Settlements), lo sperimentano ogni giorno, soprattutto nella zona di Tal al Rumeida dove coloni fanatici si sono insediati in case palestinesi cacciando i proprietari.





Cosa possiamo fare:


Il 25 Febbraio 2014 ricorre l’anniversario del massacro di palestinesi in preghiera e i ‘Giovani contro gli insediamenti’ e molte altre associazioni palestinesi hanno lanciato un appello affinché si manifesti a livello internazionale per la riapertura di Shuhada street ai palestinesi. Accogliamo questo appello a manifestare e diffondere informazione per contribuire a porre fine all’occupazione militare da parte di Israele, che lede i diritti umani e viola ogni legalità internazionale. 

sabato 8 febbraio 2014

Per le donne siriane, tre livelli di insicurezza; politico, economico, sessuale

Parla Mouna Ghanen del Forum delle Donne Siriane per la Pace
 



Vi ringrazio molto. E' il mio grande piacere essere qui oggi in mezzo a voi. Stamattina abbiamo ascoltato Jane darci questa recensione molto interessante, e quando lei ha parlato della sensazione di insicurezza delle nonne mi è venuto in mente mia madre quando ha deciso come nonna di prendere i miei due figli e andare a chiedere asilo, perché si sentiva insicura in Siria. 

Sì, la sicurezza personale è la sicurezza nazionale e nella Siria ci sono tre livelli dell'insicurezza. Il primo livello è quello politico. Quando tutta la comunità internazionale sostiene la violenza nel mio paese, danno il potere di distruggere il mio paese e la mia Infrastrucure a paesi antidemocratici come l'Arabia Saudita e Qatar.
 

La violenza in Siria sta causando insicurezza per tutte/i. La violenza in Siria ci sta causando grandi preoccupazioni perché non ci porterà alla democrazia.
 

Per me proveniente da un movimento democratico, un movimento politico, un movimento politico di opposizione, mi sento insicura ora. Mi sento insicura perché le cose che abbiamo iniziato nel marzo di 2011, chiedendo democrazia e libertà, sono state minacciate con l'uso di armi e violenza, portando la Siria indietro al medioevo, distruggendo tutto il patrimonio culturale e le infrastrutture del paese. Questo non ci porterà da nessuna parte.
 

Inoltre ci sentiamo molto insicure sul piano economico. Poiché le sanzioni economiche che sono state imposte sul mio paese non hanno colpito Assad e la sua famiglia. Sono colpiti solo i poveri. Sono colpiti coloro che lavorano per sfamare le loro famiglie, le madri e i bambini.
 

Se venite a dove vivo io (ed è una buona zona di Damasco), i poveri vengono a stare in linee. Più di 100 donne e bambini stanno in piedi per ore per ottenere 2 o 3 confezioni di pane perché non è disponibile ed è molto costoso. 

Assad non si preoccupa. Ha il suo aereo per portargli del pane, del vino, del caviale e altre cose. Cito il caviale, perché l'UE ha imposto sanzione economica sul caviale per portare la democrazia in Siria. Non è uno scherzo.


Così danno al Assad una forte carta da giocare perché le persone che sono dipendenti pubblici aderiscono al governo perché vogliono mantenere i loro stipendi, vogliono sfamare i loro figli. Tutte queste persone che vivono nella Siria aderiscono al regime perché il regime è in grado di pagarle.


Persone provenienti da zone difficili, bambini e donne dormono nelle strade nei giardini. Ora troverete tanti bambini per le strade, senza famiglie. Non sanno dove si trovano le loro famiglie. Così sanzioni economiche imposte sul mio paese non ci hanno aiutato e non ci aiuteranno a raggiungere la democrazia. Al contrario aiutano il regime.
 

Inoltre ci sentiamo molto insicure sul piano sessuale e fisico, perché, in tutti i paesi in cui le nostre donne sono fuggite per sfuggire alla violenza, sono state soggette a diversi tipi di abuso fisico e sessuale.
 

Domani, rilascio una relazione che parla di stupro, di molestie sessuali, della tratta sessuale che sta accadendo in questi paesi, e soprattutto nella Turchia, dove le donne sono sottoposte a molestie sessuali dalla polizia turca.
 

Abbiamo una campagna insieme alle nostre sorelle in Giordania per affrontare la minaccia di matrimoni forzati, matrimoni di bambine. Inoltre ora abbiamo una nuova minaccia. C'è una fatwa da parte del movimento islamista e jihadista, che ci hanno portato i nostri buoni amici in Qatar e nella Turchia, che le donne possono sposare più di una volta in un giorno, in modo che possano avere rapporti sessuali all'interno del matrimonio legale con più di un uomo in un giorno. Perché i combattenti che vengono da diversi paesi devono soddisfare i loro desideri sessuali, mentre combattevano il regime in Siria. 

Questo ci porterà alla democrazia? E' un gioco. Il problema in Siria non è semplice.  


Sbarazzarci del regime non è il nostro obiettivo finale. L'obiettivo finale è raggiungere la democrazia. Il mio nemico non è solo il regime di Assad. Il mio nemico è chiunque ostacolerà la mia lotta per la democrazia.
 

E questa idea che io possa fare un'alleanza con chiunque e poi risolvero' il problema dopo, quello che è successo in paesi come l'Egitto dimostra che non funziona. Il modo in cui sconfiggete la dittatura definisce il sistema che avrete nel futuro. 

Alcuni paesi in particolare gli Stati Uniti hanno dato al Qatar e all'Arabia Saudita il sopravvento nel trattare il problema siriano. Questo non va con il ruolo degli Stati Uniti come modello democratico nel mondo. Penso che questo sia molto pericoloso perché l'insicurezza in Siria non interesserà solo la Siria.
 

Quando abbiamo l'islamizzazione della Siria poi l'insicurezza interesserà tutta la regione, interesserà il conflitto in tutta la regione - il conflitto arabo israeliano. Si avrà un pessimo effetto in tutto il mondo. Quando Assad l'ha detto, era in serio e penso che sono d'accordo con lui perché sa quanto è complesso, la complessità della società, le questioni politiche all'interno della Siria.
 

Penso che ora il mondo dovrebbe pensare a un modo diverso sostenendo e incoraggiando la negoziazione, processo pacifico, processo politico, la trattativa. Solo attraverso un processo pacifico, inclusivo, avremo la pace. Altrimenti avremo una guerra civile estesa.
 

Un ultimo punto: il mondo fa un grosso errore quando si guarda solo l'opposizione e dimentica che ci sono altri siriani che non fanno parte dell'opposizione. Quelli contano. Sono più di 5 milioni di persone. Sono siriani e dovrebbero essere parte della transizione e il futuro della Siria.


Gennaio scorso, il forum delle donne siriane per la pace insieme al’associazione di donne statunitensi CodePink e una coalizione internazionale di donne sono state in Svizzera per far sentire la voce delle donne siriane e per chiedere: 
  • un cessate il fuoco immediato in Siria 
  • aiuti umanitari per i campi profughi dove si muore di fame, di freddo e di malattie 
  • accoglienza piena e rispettosa dei rifugiati chiedenti asilo 
  • piena partecipazione delle donne ai negoziati dei pace
  • il blocco di tutti i rifornimenti di armi