mercoledì 17 settembre 2014

Passi di pace contro l'industria bellica e la politica estera che la asseconda

 


Mai tante guerre in tutto il mondo come oggi

Mai come oggi, appare vana la presunzione di arginare, controllare i conflitti violenti.

Mai come oggi prosperano la produzione e il commercio delle armi.

 


Il dilagare della guerra è acuito dalla crisi economica che scuote il mondo intero.


GAZA ... SIRIA ... IRAQ ... UCRAINA ... LIBIA ... AFGHANISTAN… SUD SUDAN… REPUBBLICA CENTRAFRICANA…

La guerra è ormai considerata l'unica modalità per la risoluzione dei conflitti.
Ovunque sta devastando territori e popolazioni alimentando odi e violenze.
Ovunque sono i civili a pagare il prezzo più alto.
L'unica decisione che i vari paesi europei riescono a prendere prontamente è quella di inviare armi ai combattenti accrescendo sempre più il potere dell’industria e del traffico delle armi, unici settori immuni da crisi
Il potere maschile che governa il mondo è incapace di trovare soluzioni alternative all'uso delle armi e di prevederne le conseguenze.
Il recente vertice NATO ha chiesto agli Alleati di aumentare le loro spese militari fino almeno al 2% del PIL.
Il Governo Renzi, per adeguarsi, si è impegnato a portare a 100 milioni di euro al giorno gli attuali 70 milioni di spese militari (1,2% del PIL), nonostante la crisi, e si è impegnato anche a partecipare alla coalizione dei volenterosi.


Diciamo basta!

Non vogliamo che la politica estera del nostro paese e dell'Europa sia determinata dagli interessi dell'industria bellica e dalle decisioni della NATO, al di fuori di ogni legittimità democratica.


  • Al Governo italiano, all’Europa, all’ONU diciamo
  • BASTA guerre e interventi militari mascherati da “missioni di pace”: che cosa hanno risolto gli interventi in Afghanistan, in Libia, in Iraq, in Somalia...?
  • NO a forniture di armi ai belligeranti: nessun conflitto si risolve annientando l’avversario
  • SÌ alla protezione dei civili con l’intervento di forze ONU
  • SÌ all’accoglienza ed assistenza dei fuggitivi.
  • SÌ alla creazione di corpi civili di pace per l’intervento non armato e nonviolento nei conflitti prima che esplodano le guerre.
  • SÌ a trattative favorite da mediatori esperti, di paesi non coinvolti nel Conflitto.


Con questi obiettivi, insieme a tutto il popolo della pace, partecipiamo alla grande 
 Manifestazione nazionale della Rete della Pace Il 21 settembre a Firenze

Ribadiamo il nostro impegno:


  • a dare voce a quante e quanti nelle aree di conflitto continuano a mettere in atto pratiche nonviolente per la soluzione dei conflitti; in particolare alle donne che, pur subendo ovunque pesantemente violenze fisiche e sessuali, continuano in condizioni difficilissime a prendersi cura della sopravvivenza propria e altrui tenendo aperte possibilità di vita;
  • ad attuare pratiche nonviolente di disobbedienza civile, convinte come siamo che solo così è possibile dare uno sbocco concreto alla responsabilità di ciascuna/o e, nel contempo, mettere qualche granellino di sabbia negli ingranaggi del potere; sosteniamo perciò la campagna BDS contro la politica dello stato di Israele e tutte le campagne contro accordi militari (con Israele, con la NATO), basi militari, partecipazione a cosiddette missioni di pace, acquisto e vendita di armamenti. 
La pace non è il prodotto di terrore o paura.
La pace non è il silenzio dei cimiteri.
La pace non è il risultato silenzioso di repressione violenta.
La pace è il generoso, tranquillo contributo di tutti per il bene di tutti.
La pace è dinamismo. La pace è la generosità.
E' il diritto ed è il dovere.


Oscar Romero



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